Il termine laburismo ha per la vicenda dei cattolici italiani una densa duplicità. È senz’altro alternativo alla socialdemocrazia e al marxismo “diluito” che in essa si trova nel nostro dopoguerra e che suscita atteggiamenti di antagonismo. Qui si tratta di opposizione vera e di autentica irriducibilità. La stessa che semanticamente separa l’aggettivo riformatore (sturziano) dall’aggettivo riformista (di ascendenza socialista).
Ma poi il discorso si complica intorno alla figura di De Gasperi, quasi assumesse nel pensiero dello statista trentino prima la faccia di una medaglia e poi quella opposta. De Gasperi infatti prima tiene ufficialmente a battesimo il termine “laburismo cristiano”, e poi lo allontana da sé, fino ad esorcizzare quella alternativa rappresentata da Dossetti, Pastore e Romani, cui Vincenzo Saba ha dedicato un corposo lavoro. Un lavoro di scavo ed elaborazione che sarà bene continuare.
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