Il diritto per i fenomeni costituenti.
Gunther Teubner: nuovi conflitti costituzionali.
Norme fondamentali dei regimi transnazionali.

Sabato 26 gennaio è stato ospite dei Circoli Dossetti di Milano il Prof. Gunther Teubner dell’Università di Francoforte. Uno dei sociologi più importanti, insieme a Habermas e Luhmann, tra quelli intervenuti nel panorama europeo sul tema istituzionale della tutela degli interessi collettivi e dei diritti fondamentali nelle società contemporanee.

La lezione ha avuto come argomento il libro “Nuovi conflitti costituzionali” e ha tenuto conto dell’attuale stallo del progetto costituzionale europeo dopo i referendum e del fenomeno sovranista. È stato analizzato un modello di risposta alle tendenze attuali per indicare una via di uscita all’Europa, per la gestione dei fenomeni transnazionali sociali e giuridici, nell’attuale delicato momento politico prossimo alle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo.

Locandina Gunther Teubner, nuovi conflitti costituzionali - norme fondamentali dei regimi transnazionali

Leggi l’introduzione di Paolo Masciocchi a Gunther Teubner

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Premessa di Salvatore Natoli 06′ 08″

Introduzione di Paolo Masciocchi 23′ 00″

Relazione di Gunther Teubner 1h 11′ 15″

Domande del pubblico 05′ 16″

Risposte di Gunther Teubner 10′ 21″

Domande del pubblico 12′ 13″

Risposte di Gunther Teubner 10′ 36″

Domande del pubblico 17′ 16″

Risposte di Gunther Teubner e chiusura 09′ 53″

Gunther Teubner e Paolo Masciocchi

Da sinistra: Gunther Teubner e Paolo Masciocchi

Salvatore Natoli, Gunther Teubner, Paolo Masciocchi

Salvatore Natoli, Gunther Teubner, Paolo Masciocchi

Da sinistra: Salvatore Natoli, Gunther Teubner, Paolo Masciocchi

Gunther Teubner e Paolo Masciocchi

Gunther Teubner e Paolo Masciocchi

Nuovi conflitti costituzionali (Gunther Teubner)
Introduzione a cura di Paolo Masciocchi

Le fonti che regolano le società democratiche tradizionalmente fanno capo alle costituzioni politiche e intorno ad esse sono stabiliti il piano di confronto tra interessi diffusi, la tutela dei diritti soggettivi, le relazioni tra gruppi specifici a rilevanza giuridica. Le trasformazioni sociali, specie nell’ottica della globalizzazione e dello spazio di relazione transnazionale, hanno fatto emergere ipotesi nuove di regolamentazione a questo proposito, e il libro di Gunther Teubner offre un compendio motivato di una particolare prospettiva, definita dal rilievo attuale delle costituzioni sociali (societal constitutions).

Per entrare nella logica espressiva del libro di Teubner e della sua relazione, occorre guadagnare qualche preliminare chiarimento, con il solo scopo di fornire qualche riferimento di comprensione. L’autore è conosciuto per gli importanti contributi nell’ambito delle teorie dei sistemi sociali, nella Scuola fondata da Niklas Luhmann. Luhmann, come Teubner, ha avuto l’intuizione di leggere i fenomeni sociali secondo il linguaggio tipico della teoria dei sistemi.

La sistemica è una teoria diffusa in più ambiti disciplinari che considera fondamentale individuare e analizzare elementi di un certo ambiente complesso visti in connessione continua tra di essi e legati anche dalle rispettive funzioni. La teoria dei sistemi pertanto analizza tutto ciò che rileva in un sistema, e in particolare il rapporto tra gli elementi che lo compongono e l’ambiente (si pensi agli animali di un ecosistema per gli ambienti naturali) e le relazioni con altri sistemi. Dato che, nel periodo in cui emerse questo approccio, le società civili erano inclini ad un forte aumento della complessità, la teoria dei sistemi ha riscosso un certo successo perché si prestava, come alternativa ad altre teorie, a spiegare cause ed effetti di certi fenomeni sociali altrimenti sfuggenti.

Lo stesso rapporto tra discipline è stato oggetto di studio della teoria dei sistemi, e in particolare il rapporto tra diritto, società, economia, rappresenta un classico delle rappresentazioni sistemiche della letteratura specialistica.

Alcuni dei problemi analizzati in questo approccio riguardano, più specificamente, il modo in cui i sistemi tendono a crescere, a mantenere o a compromettere gli equilibri con altri sistemi. Ancora, altre analisi riguardano il modo in cui i sistemi si organizzano. In queste analisi si rinvengono parole come “autopoiesi”, che indica la capacità di un sistema di generare da sé gli elementi utili al proprio sviluppo e mantenimento, o “autolimitazione”, che riferisce al contenimento del sistema nell’ambito degli equilibri con l’ambiente in cui è inserito.

Un po’ come accade per i fenomeni naturali (ambiente naturale) o per quelli totalmente artificiali (le reti, l’informatica) la teoria dei sistemi si occupa anche delle patologie dei sistemi e dell’ambiente a cui i sistemi riferiscono. In questo senso la teoria dei sistemi indica punti di equilibrio, analisi delle relazioni tra le funzioni e fenomeni di autolimitazione dei sistemi.

Come si è anticipato, il volume di Gunther Teubner delinea un percorso di analisi dei fenomeni costituenti estranei al tradizionale meccanismo di formalizzazione e tutela delle costituzioni politiche. Tra l’altro, l’ipotesi di fenomeni costituenti transnazionali, ossia non radicati nelle istituzioni statuali, è posizione dottrinale tutt’altro che isolata e ha come oggetto di ricerca i meccanismi e i processi di legittimazione ed efficacia delle costituzioni c.d. “sociali”. Le espressioni inglesi e tedesche per definire tali fenomeni costituenti sono più precise: societal constitutionalism e Gesellshaflicher konstitutionalism si soffermano su concetti di “sociale” dal senso più specifico, ossia si focalizzano sull’insieme degli aspetti della vita sociale che costituiscono una società organizzata.

In sostanza il quesito a cui prova a rispondere il prof. Teubner è se esistano fenomeni costituenti al di fuori dal contesto nazionale e come questi esprimano la ricerca di tutela dei diritti e degli interessi degli individui e dei gruppi, oltre che portare a evidenza patologie sistemiche.

Parte dell’intervento di Teubner è pertanto orientato a mostrare cosa sia significativo nell’analisi del contesto sociale europeo e internazionale in cui viviamo, e perché, ad esempio, alcuni momenti di crisi o pre-crisi (sociale, economica, giuridica) siano la base di una nuova spinta costituzionalista, nel senso da questi indicato.

In secondo luogo, vi sono dei caratteri di rilievo costituzionale in alcuni fenomeni sociali transnazionali che permettono di definire meglio questa nuova base di costituzionalizzazione, specie in un momento in cui la crisi del progetto costituzionale europeo o di governance di ampio respiro internazionale paiono davvero in crisi.

In sintesi, la proposta del modello analizzato ed elaborato da Teubner tiene in considerazione gli sviluppi delle relazioni transnazionali già presenti su varie scale e che, a partire da interessi comuni, legano persone evidentemente non paghe dei canali giuridico-sociali già presenti nell’ambito delle istituzioni tradizionali. Un primo fenomeno che ha visto veicolati interessi specifici dal richiamo giuridico si inquadra nella lex mercatoria, oggetto di numerose analisi e di un fiorente dibattito nel corso degli ultimi vent’anni. In seguito, lo spazio di discussione costituente (per dirla con l’autore) si è certamente allargato, anche a causa della globalizzazione, ad altri aspetti frammentati della società, e copre fermenti che possono riguardare l’economia, la conoscenza, l’ambiente, la medicina, la tecnica, il lavoro.

Tale modello è per sua natura un fenomeno costituente parziale e può essere attuato e potenziato attraverso strumenti istituzionali di taglio internazionale (un esempio fornito è il WTO, ossia l’Organizzazione mondiale per il commercio). Di certo ciò che manca a tale sviluppo costituente è il riferimento a una comunità politica specifica o generale, e di strumenti di coazione tipici. La nascita dei conflitti costituenti, di cui al titolo della versione italiana del libro, è legata in qualche modo anche a questi aspetti e fornisce una linea di analisi di tipo orizzontalistico, in cui la parte regolamentativa acquista un significato diverso da quello tipico verticale e piramidale delle fonti del diritto statuale. Dell’approfondimento di tali aspetti si occupa la relazione del prof. Teubner.

Il riferimento a un dibattito costituzionale in un contesto di formazione politica e in una Scuola di formazione dossettiana consente di valutare alcuni elementi che non possono essere trascurati nell’ambito del tema affrontato, specie quando emergano dalla cronaca recente alcuni tratti che risultano in forte conflitto con il modello delle costituzioni sociali e dove la domanda di tutela costituzionale non trova una canalizzazione chiara. Seguono alcuni esempi.

Un soggetto internazionale come il WTO, che si trova richiamato nel volume, è stato di recente messo in forte discussione dai provvedimenti di politica economica degli Stati Uniti: l’applicazione dei dazi per i prodotti importanti dalla Cina è un tipico esempio di come una regolamentazione transnazionale degli interessi possa improvvisamente perdere di efficacia a causa di una strategia politica.

In secondo luogo, il sovranismo si oppone fortemente alle confluenze di interessi che non portino un visibile vantaggio alla centralità statale. Il caso Orban nell’ambito delle riforme del lavoro ha messo in evidenza connessioni tra strategie politiche governative e interessi delle grandi imprese non ungheresi, che hanno peggiorato sensibilmente le condizioni dei lavoratori.

Il Global Compact for Immigration, documento di recente sottoscritto da numerose nazioni per impulso dell’ONU, che cerca di alimentare i punti di contatto tra soggetti non statuali al di là delle resistenze politiche degli Stati che non vedono nell’immigrazione fattori positivi, mostra elementi di incertezza programmatica per stabilire quali siano gli apporti positivi dei migranti e dei rifugiati allo sviluppo sociale. In particolare, manca un inquadramento dei criteri per la spinta delle imprese dei Paesi ospitanti a promuovere l’integrazione con il lavoro, o a costruire collegamenti forti sulla base delle aspirazioni e delle aspettative dei migranti.

Gli esempi potrebbero continuare tra i moti di protesta civile francese (i c.d. gilet gialli) o le funzioni di sociali dei gruppi a carattere religioso (si veda la difficoltà della Chiesa cattolica nella promozione dei diritti di libertà religiosa e associativa nel trattato tra Vaticano e Cina), e ancora tra le organizzazioni scientifiche alla ricerca di un’ispirazione internazionale che moderi le pressioni autoreferenziali dei circuiti accademici o dei gruppi di interesse (si pensi ai gruppi farmaceutici).

In tal senso, la proposta di un modello transnazionale, sottolineato dai fenomeni di societal consitutionalism, può risentire di un problema di fondo che Von Hayek, premio Nobel per l’economia citato anche nel volume, vedeva in tutta la sua rilevanza. Chiamava tale problema “democrazia illimitata”, quel tipo di sistema sociale in cui il governo “è costretto a soddisfare ogni tipo di interesse allo scopo di mettere insieme una maggioranza”. D’altra parte, il modello del societal constitutionalism può essere rivalutato a partire da un elemento che è sempre presente in qualunque azione sociale organizzata, e perfino nel modello presentato, ossia il fattore culturale. La condizione postmoderna, mainstream dominante, non è un fattore culturale neutro e presta alla frammentazione e allo stato di conflitto permanente una parte importante della propria influenza. Di certo non aiuta a promuovere fattori di sviluppo tra soggetti transnazionali. La cultura cui qui ci si riferisce quindi non è un aspetto particolaristico, bensì la base di un fattore strategico – del tutto presente in qualunque processo costituente –, capace di contrastare il mainstream postmoderno.

Le caratteristiche di tale cultura dovrebbero avere una caratura metodologica, programmatica, strategica e possedere caratteri di adeguata complessità per permettere di sviluppare le relazioni transnazionali a un livello di linguaggio e di sostanza anteriore al momento politico e ancor di più a quello giuridico. L’obbiettivo è quello di creare un terreno di sviluppo che attraversi e riempia ogni legame transnazionale dalle aspirazioni costituenti. Infatti, è pur vero che gli aspetti verticali regolamentativi possono essere pluralizzati, non di meno un modello dalla pretesa costituente (e in questo Dossetti fu maestro) non può mancare di presupposti in grado di portare, anche in una crisi e anche nei conflitti, una prospettiva di condivisione stabile, la cui dissoluzione dovrebbe apparire evidente attacco al significato stesso dei rapporti tra le parti, più che un’invasione nella sfera sociale e giuridica.

In questo senso è possibile ricostruire anche una cultura europea fatta di nuove e antiche consuetudini, dopo lo stallo del progetto costituzionale e anche l’uscita di scena di alcuni attori di tale processo. Il modello di un Trattato Culturale Europeo è la proposta di una discussione che non ha questo contesto come momento di sviluppo, ma è un riconoscimento al valore delle tesi di Teubner che meritano di trovare consolidamento e risposta convinta in una società assetata di relazioni, senso e tutele.


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  1. Premessa di Salvatore Natoli 06′ 08″
  2. Introduzione di Paolo Masciocchi 23′ 00″
  3. Relazione di Gunther Teubner 1h 11′ 15″
  4. Domande del pubblico 05′ 16″
  5. Risposte di Gunther Teubner 10′ 21″
  6. Domande del pubblico 12′ 13″
  7. Risposte di Gunther Teubner 10′ 36″
  8. Domande del pubblico 17′ 16″
  9. Risposte di Gunther Teubner e chiusura 09′ 53″

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