La politica per consistere e decidere deve essere sottratta alla pubblicità e alle sue immagini vincenti. In poche parole, deve ritrovare un fondamento e una capacità critica per essere capace di progetto. Non si pretende che ritorni all’austerità degasperiana che affermava che il buon politico deve promettere sempre un poco meno di quel che è sicuro di ottenere.
Ma sovente la capacità di intervenire in senso riformatore è inversamente proporzionale al trionfalismo degli annunci. Non a caso un vecchio detto suggerisce, con arguzia pari a un umile realismo, che chi fa la rivoluzione è bene che si muova senza dirlo in giro…
Un rapido sguardo alle svolte storiche, unito alla critica dello spirito del tempo e a una prospettiva almeno di medio periodo, possono in tal senso costituire un opportuno punto di vista.
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