Non è un remake, ma soltanto una ripresa. Questi poemetti si distendono nei decenni a partire dalla metà degli anni Settanta. Sono squarci di panorama storico che riflettono fondamentalmente un disorientamento e un percorso interiore. Senza tuttavia alcun sentiero interrotto.
Non cessa la ricerca di una bussola introvabile all’interno di un vivere continuamente a raffiche. Chi scrive non sceglie mai comunque di sedere sul ciglio della strada per compitare i propri versi. Scrive in cammino, non raramente correndo. C’è dunque un modo di essere on the road che è tutto europeo, italiano, sestese…
Il naufragio della memoria non comporta tuttavia il naufragio del senso e della sua ricerca.
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