Tutti i capitoli del presente volume sono stati scritti prima della consultazione referendaria del 4 dicembre 2016. Fino a costituire un rapido pamphlet che prova a dar conto del cambio d’epoca e del suo senso profondo.
La globalizzazione del turbocapitalismo finanziario e delle rendite insediatesi nel posto di comando obbligano le risposte della politica (quando ci sono e vogliono esserci) a fare i conti con una maggiore ed inedita velocità delle decisioni. Un trend che risale nel tempo per la sua origine fino alla conferenza della Commissione Trilaterale di Kyoto del 1974.
In tal modo è il rapporto tra democrazia e governabilità ad essere entrato perennemente in tensione. Con un assioma evidente: la democrazia senza governabilità deperisce irrimediabilmente, ma il massimo della governabilità coincide con il minimo della democrazia. Tocca quindi alle democrazie aggiornare la propria velocità di decisione e nel contempo porre regole e limiti alla governabilità e all’invadente avidità del capitalismo finanziario.
Non è probabilmente un caso che Amartya Sen, il più grande economista vivente, abbia dedicato le ultime opere a una riflessione sulla natura e i ritmi della democrazia. Come a dire che ancora una volta i problemi generazionali riconducono alle radici strutturali e alle responsabilità di politiche capaci insieme di progetto e di innovazione.
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