È possibile rispondere al prisma della realtà con il prisma degli sguardi e delle discipline. La pluralità degli approcci e la difformità degli stili provano a dar conto non tanto della diversità del reale quanto piuttosto delle sorprese che si incontrano nelle trasformazioni.
Le radici e il punto di partenza sono ovviamente ancora dentro il fordismo, ma lo sguardo, anzi gli sguardi, non provano vertigine a spingersi in avanti. L’importante è inseguire in ogni caso i materiali utili per stabilire un punto di vista, ogni volta coscientemente provvisorio.
La memoria s’accompagna in tal modo alla sperimentazione. Dove il rischio non è misurare la distanza reciproca tra gli strumenti, ma l’occasione di nuove scoperte.
La dottrina sociale della Chiesa, l’analisi politologica e la poesia possono dunque battere le medesime strade impreviste con passi sinergici proprio perché diversi.
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