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Se la visione dei padri fondatori si è smarrita per strada ed esaurita, bisognerà trovarne un’altra. Perché senza visione l’Europa non cresce, non si evolve e neppure si mantiene. L’Europa politica, con il suo destino democratico e il grande patrimonio del welfare, non l’Europa ridotta a moneta unica.
La forma politica e la nuova sovranità, oltre i nazionalismi ostinati, discendono da una cultura alla quale le nuove generazioni sono chiamate a lavorare con maggiore impegno e profondità.
I fondamenti e i fondamentali sono i blocchi di partenza. Non solo la generazione Telemaco, ma anche quella Enea – che viene da una città distrutta e vuole costruirne un’altra – debbono a tutti i costi aprirsi il cammino.
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