È merito di Vincenzo Saba avere dato visibilità e compattezza storiografica ai “laburisti cristiani”. A partire dalla triade composta da Giuseppe Dossetti, Giulio Pastore e Mario Romani. Un filone che attraversa il cattolicesimo democratico e frequenta la sponda sinistra tenendosi tuttavia lontano dall’ideologia socialdemocratica.
Incontenibile invece l’universo democristiano, attraversato da tribù e correnti che ne segmentavano l’ideologia mentre ne rafforzavano i presupposti anti o postideologici.
La metafora corrente è quella della “balena bianca”, in grado di contenere nella vasta metafora del cetaceo (con un riferimento biblico non del tutto celato al libro di Giobbe) dorotei e sinistre, e tutta quella serie di posizioni e culture che ne hanno assicurato insieme il successo e l’aderenza ai territori. Partito moderno e plurale, con una radice sturziana che ne fondava i rapporti intensi ed autonomi con un sociale altrettanto vitale ed esteso.
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